Teatro

ATIR - TEATRO RINGHIERA

LA MOLLI

Arianna Scommegna e Gabriele Vacis
Divertimento alla spalle di Joyce

di e con Arianna Scommegna regia Gabriele Vacis
Teatro Verona
Ironica ripresa della figura di Molly Bloom dell’Ulisse di Joyce, donna mai piegata alla rassegnazione, raccontata in modo ora scanzonato ora disperato che si scioglie in una risata.

con il patrocinio e contributo di
Comune Verona Pari Opportunità Modus


PREMIO HYSTRIO 2011 ALL’INTERPRETAZIONE 

Punto di partenza è Molly Bloom, il cui memorabile monologo conclude l’Ulisse di Joyce. Il personaggio di Molli viene calato in una quotidianità dei giorni nostri, traslando il testo in una trama di riferimenti che hanno il sapore del nostro tempo. Confidenze sussurrate e confessioni bisbigliate in un monologo intenso e irrefrenabile per raccontare storie di una vita che scorre come lacrime di pianto e di gioia, che si strozza in un grido o si scioglie in una risata.

Il fiume di parole è lo stesso flusso di coscienza del personaggio di Joyce che riempie una notte insonne di pensieri e bugie, mentre aspetta il ritorno a casa del marito, Leopold, come la Molli aspetta Poldi.

Una sedia, un bicchiere e una manciata di fazzoletti ad assorbire i liquidi, tutti – sacri e profani – di una vita di solitudine e insoddisfazione, come una partitura incompiuta.

In bilico tra il romanzo e la vita, la Molli ripercorre la propria esistenza di poco amore, infinite attese, occasioni mancate, dal primo bacio a un rosario di amanti da sgranare per mettere a tacere il vuoto, dal dolore di un figlio perduto fino a un finale ‘sì’ pronunciato comunque in favore della vita, dell’amore da una donna mai piegata alla rassegnazione. Le note dolenti si stemperano sempre nell’ironia e in una levità che tutto salva; il testo gioca sempre, costantemente, con il doppio registro denunciato fin dal sottotitolo, “Divertimento alle spalle di Joyce”.


Motivazioni Giuria Premio Hystrio all’interpretazione, 2011

Meritato, anzi meritatissimo – e a giungere nel momento giusto, quando il suo curriculum è ormai ricco di solide e bellissime prove, come la recente e straordinaria Cleopatràs di Giovanni Testori – questo Premio Hystrio all’interpretazione che viene assegnato ad Arianna Scommegna.
Attrice, la lombarda Scommegna, che da un quindicennio – cioè da quando comparve sulla scena e fu tra le fondatrici della compagnia ATIR – ha saputo imporsi non solo grazie al suo forte temperamento, ma anche e soprattutto perché capace, grazie a un impressionante ventaglio di registri espressivi, di recare a ogni suo personaggio qualcosa di struggentemente personale.
Capace di caricarlo di una verità nuova e sconosciuta.
È successo, sotto la guida di Serena Sinigaglia, con la shakespeariana Giulietta, con il triplice ruolo di Fool/Lear/Cordelia in Lear, tutto su mio padre, con Ecuba ne Le Troiane. Ma Arianna ha saputo imporre il suo talento anche nel monologo. Se con Cleopatràs ci ha folgorato, non meno siamo stati avvinti quando, diretta da Gabriele Vacis, ha affrontato Joyce nello strepitoso La Molli, divertimento alle spalle di Joyce o ci ha condotto nella Milano di oggi causticamente descritta in Qui la città di M. da Piero Colaprico. Il Premio viene dato all’intrepida Arianna a valere anche d’auspicio per una fama ancor più grande di quella che già conosce.


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  • mer 23 mar 2022