Maria Callas Quarterly Journal
RECENSIONE INTERNAZIONALE
SULLO SPETTACOLO “MARIA. LA CALLAS”
Il monologo “Maria. La Callas” scritto e interpretato da Laura Murari per la regia di Andrea Castelletti. ha attirato l’attenzione internazionale.
Di seguito l’articolo completo di Stephen Hastings pubblicato su Maria Callas Quarterly Journal No.1 January-March 2024.
“Questo monologo teatrale in italiano è stato presentato in anteprima nell’intimo Teatro Modus di Verona all’inizio del 2023 ed è stato l’evento più audacemente concepito per l’anniversario organizzato nella città in cui Maria Callas ha vissuto durante i primi sette anni della sua carriera internazionale. Il monologo vero e proprio, interamente messo in scena, non trattava però della sua vita a Verona (dove sposò Giovanni Battista Meneghini e cantò sei opere all’Arena), ma presentava piuttosto una ricostruzione immaginaria della sua ultima notte su questa Terra, a metà -Settembre 1977. Vediamo la diva in uno stato di totale solitudine e notevole agitazione, tormentata da voci interiori (compresi brani del suo stesso canto) mentre cerca di rilassarsi nel suo appartamento parigino al ritorno a casa dopo un impegno sociale. Vengono consumate molte pillole – e anche una certa quantità di alcol (sebbene la Callas non sia mai stata una grande bevitrice) – mentre la cantante combatte con i suoi demoni ed esprime i suoi sentimenti riguardo alla sua voce e alla sua carriera, alla sua famiglia e agli uomini più importanti del mondo. la sua vita, qui identificati con Meneghini, Onassis, Visconti e Pasolini, di cui viene letta ad alta voce una lettera.
Lo spettacolo, durato circa un’ora e un quarto é stato un tour de force teatrale. L’attrice Laura Murari, che ha scritto lei stessa il monologo dopo lunghe ricerche, ha tenuto incollato il pubblico a ogni gesto e inflessione vocale e ha sostenuto con innegabile maestria anche i lunghi silenzi. Lei stessa è una donna bellissima, con occhi singolarmente espressivi, e sebbene la sua drammatizzazione fosse solo a tratti fedele alla vita (Murari sembrava aver tratto ispirazione a volte dal film Callas Forever di Zeffirelli, che probabilmente rivela più sul regista stesso che sul soprano che la interpreta). evitò la sua compagnia negli ultimi anni della sua vita), molte delle parole pronunciate durante il monologo riflettevano affermazioni fatte dalla cantante in interviste e conversazioni private.
Esiste ovviamente una lunga tradizione teatrale (e cinematografica) volta a denunciare le nevrosi delle dive in declino, e la concezione che Murari ha del personaggio da lei interpretato è stata senza dubbio influenzata da quella tradizione. Sarebbe un’esagerazione affermare che sia diventata Callas sul palco (un risultato che inevitabilmente sfugge a tutte le attrici che tentano di farlo, a causa della complessità stratificata della personalità della cantante), ma la sua performance è stata comunque fieramente empatica e avvincente ai suoi termini (a livello alla fine Maria perde conoscenza pronunciando i primi versi di Vissi d’arte di Tosca).E gli spettatori che sapevano poco della Callas se ne sono andati, a fine serata, con molte informazioni abbastanza precise sulla vita privata e sulla carriera della cantante.
Non si poteva non ammirare la finitura tecnica della produzione, che è stata brillantemente diretta da Andrea Castelletti (direttore artistico del Teatro Modus), i cui effetti sonori perfettamente sincronizzati sono stati rafforzato dall’illuminazione psicologicamente astuta di Vincenzo Raponi. Gli scenografi Luca Altamura e Paola Muccio non hanno tentato di riprodurre la sontuosa decorazione ideata da Georges Grandpierre per l’appartamento di Avenue Georges Mandel (impossibile su un palcoscenico così piccolo), ma hanno piuttosto inventato una scenografia che trasmettesse sia l’instabilità emotiva del personaggio che la il suo impegno fantasioso con la musica.” Stephen Hastings
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