Teatro

I cattivi di cuore (Imperia)

Il raccolto

di Giorgia Brusco
regia Gino Brusco
con Giorgia Brusco e Chiara Giribaldi
e con Ilaria Pettinelli e Federica Chichi
Teatro Verona
Alla morte di una madre ingombrante, che ha segnato le loro vite in modo irrimediabile, due sorelle si ritrovano per una resa dei conti commovente e feroce.

Due sorelle cresciute all’ombra di una madre tanto ingombrante quanto anaffettiva, attenta più alle regole di una piccola comunità ipocrita, nella quale tutti scrutano nelle vite degli altri per poterne sparlare e puntare un dito accusatore contro chi quelle regole non rispetta. Il tutto all’ombra di un onnipresente Don Vincenzo che, nel curare le vicende dei suoi parrocchiani, in qualche modo ne indirizza le esistenze su canali nitidamente segnati. Beatrice, la figlia maggiore, è delle due la più giudiziosa, la più seria, quella che sembra più rassegnata ad una vita di sacrificio e doveri, che accetta le regole imposte come un destino al quale non ci si può sottrarre. Anna, la sorella minore, reagisce al clima oppressivo che la circonda con comportamenti ribelli e beffardi, sogna una vita diversa ed è decisa ad ottenerla, incurante del giudizio altrui e del dolore che le sue scelte possono causare. Le vite delle due protagoniste prendono quindi direzioni opposte, dettate da caratteri profondamente diversi, ma che sono semplicemente risposte differenti ad un medesimo tentativo di condizionamento. Beatrice rinuncia al suo lavoro, a costruirsi una famiglia, ad avere degli amici ed una vita piena e gratificante per restare accanto ad una madre pretenziosa che, con la malattia, diventa ancora più oppressiva. Anna se ne va per il mondo con la sua macchina fotografica, è giovane e audace ed è disposta a passare sopra a persone e sentimenti, forse anche ai suoi, per raggiungere lo scopo che si è prefissata. Alla morte della madre, dopo vent’anni durante i quali hanno perso le tracce una dell’altra, Anna e Beatrice si ritrovano e, in un clima dapprima imbarazzato e poi sempre più autentico, si parlano, tentano di spiegarsi, di raccontarsi, ma è ancora la figura della madre il perno attorno al quale girano come mosche impazzite. Si ritrovano ma non si incontrano, tanto che il dolore, il rancore e il non detto accumulati negli anni, le conducono ad una resa dei conti reciproca, a tratti commovente, a tratti feroce, che non lascia sbocchi ma solo ferite insanabili.

“Nel ritratto livido, aspro di una famiglia in cui prevale l’egoismo e la cattiveria dei personaggi, si respira il clima di una resa dei conti implacabile fra due sorelle. Un testo duro, che non fa sconti nel costruire un affresco umano e sociale capace di attraversare temi di stretta attualità, come l’assistenza agli anziani, l’eutanasia e la libertà individuale firmato da una scrittura femminile di notevole sensibilità”

Testo vincitore del premio per la drammaturgia “Antonio Conti” 2019


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  • sab 11 mar 2023