Musica | Teatro

Beppe Gambetta

TERRA MADRE

Teatro Verona
Terra Madre è un messaggio positivo in un momento storico in cui le classi politiche al potere nel Pianeta si abbandonano alla mera conservazione di se stesse e in cui le parole di speranza, invece, arrivano spesso da categorie pensanti e libere: filosofi, teologi, storici e scienziati, tra i quali è importante poter annoverare anche il contributo degli artisti meno legati alle logiche di mercato.

Terra Madre è un progetto scritto, suonato e cantato in lingue diverse da Beppe Gambetta: una chiave di suoni per aprirsi a un mondo di racconti e sogni legati alle terre madri degli infiniti itinerari possibili e alle grida di dolore che da esse si alzano. Il lavoro, largamente cantautorale, trae energia da nuovi viaggi ed esplorazioni sonore nel vasto territorio creativo tra chitarra acustica, composizione e canzone d’autore, e per scelta consapevole è giocato più sull’intensità della musica e dei contenuti che sul puro virtuosismo.

Nel disco si intrecciano le esperienze e gli studi di oltre cinquant’anni di attività e il lavoro è arricchito dalla partecipazione di ospiti di caratura internazionale provenienti da generi musicali diversi, tra cui alcuni “padri” della musica acustica
come l’icona del mandolino americano David Grisman, il padre della chitarra acustica Dan Crary e il cantautore Tim O’Brien. Proviene invece dall’avanguardia newyorchese il batterista/percussionista Joe Bonadio, dalla scena del jazz acustico l’armonicista Howard Levy e dal mondo delle “Jam Band Newgrass” il contrabbassista Travis Book. Concetto portante del nuovo CD è la rivendicazione del “diritto al sogno”, consolazione e rifugio da una realtà ostica e incattivita: non come evasione dalla realtà, ma fonte di speranza che aiuti a sopravvivere e inneschi positive motivazioni per andare avanti.


Terra Madre: le fonti e il futuro

Tutti i brani traggono un’ispirazione forte da idee nate e sviluppate sulla chitarra e dalle sonorità acustiche popolari che Beppe Gambetta ha amato, studiato e ricercato durante tutto il suo percorso artistico. Sono forme musicali senza tempo, proprio perché ormai radicate nel tempo. Il dono che ne ricaviamo è una creatività sottesa sempre rinnovata e rinnovabile: che siano ritmiche dolci o serrate, riffs incalzanti e a volte decontestualizzati, profili melodici che ne richiamano altri sedimentati nella coscienza collettiva senza esserne copia conforme. Gli strumenti utilizzati da Beppe appartengono tutti al “pianeta chitarra” in tantissime forme diverse. Oltre alla chitarra acustica tradizionale troviamo la chitarra baritona, la chitarra a 12 corde, la chitarra slide e il dobro, la chitarra bouzouky, due tipi di tres cubano, il banjo chitarra e alcune chitarre “preparate”, per ottenere sonorità particolari. Il disco vive dell’antica emozione creata dalla successione ragionata di brani, come capitoli successivi e necessari di un libro.
Un approccio in “direzione ostinata e contraria” – per ricordare ancora una volta De André – alla logica dei “singoli” creati per diventare tormentoni radiofonici, far parte di importanti playlist di Spotify o da promuovere solo ed esclusivamente
sulle piattaforme, sul web e sui social media. Ogni brano è un tassello insostituibile di un mosaico di storie che acquistano valore se servite e gustate nella loro successione, voltando lentamente pagina nel modo in cui sono state assemblate, per il piacere di chi ancora ama ascoltare e godere di questo tipo d’arte, e, ci si augura, perché chi è più giovane possa scoprire un approccio diverso, non frenetico né superficiale, alla musica. Anche per questo motivo, con Terra Madre, Beppe Gambetta ha deciso di chiamarsi fuori da un sistema che non lo rappresenta più e ritorna alla forma libera dell’autoproduzione indipendente.
Si chiude così il cerchio con l’inizio della sua carriera quando, negli anni Ottanta del secolo scorso, lottò per produrre in proprio i primi progetti internazionali.

Chi ama la sua musica, ne è sicuro, anche questa volta lo seguirà e sosterrà in questa nuova avventura: ripercorrendo il grande cerchio della “terra madre”.


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