Teatro

La Corte dei Folli

Una patatina nello zucchero

di Alan Bennet9t
con Stefano Sandroni
regia Pinuccio Bellone
Teatro Verona
Irresistibile monologo sulle relazioni tra madre e figlio in un susseguirsi di battute agrodolci, ironiche e tragicomiche.

LO SPETTACOLO
In un’alternanza di sorrisi e amarezza, di difficoltà di vivere e di slanci di affetto, di delusioni e improvvisi ritorni all’equilibrio iniziale, il monologo di Alan Bennett narra la storia di una madre ed un figlio, la loro vita scandita da affettuosità e consuetudini quotidiane che, ahimè, vengono profondamente alterate nel momento in cui, l’anziana mamma, incontra casualmente una sua vecchia fiamma.
Uno spaccato di relazioni madre-figlio assai efficace per la capacità di Bennett di condensare, in pochi tratti, un mondo di significati e complessità grazie con un dialogo graffiante.
Uno spettacolo double-face, leggibile sia da un punto di vista ironico, sia come tragicomico spunto di riflessione sulla nostra presunta normalità.


IL TESTO
Il lavoro del commediografo, ed attore, inglese Alan Bennet è inserito nella celebre trilogia intitolata Talking Heads, tradotto in Italiano con “Signore e signori”, scritta a cavallo degli anni 80/90 con il suo naturale, inconfondibile ed accattivante tocco drammaturgico che sa unire profondità e leggerezza. Il testo è stato portato in scena con grande successo nel 1999 dalla straordinaria Anna Marchesini.

LA TRAMA
Un figlio non più giovane e una madre non troppo vecchia. A spasso per la città, un malore, una vecchia fiamma della donna che si palesa in tutta la sua boriosa noia. Una ventata di novità in una esistenza monotona, in cui quel figlio – così attaccato alla madre, così debole e instabile – aveva trovato la propria ancora di salvezza e il proprio rifugio dalle tempeste della psiche. La madre esce, si innamora, cambia le proprie abitudini in nome di un sorso di vita che quell’uomo ha portato, che il figlio non le poteva dare. Ma c’è una donna appostata fuori casa e non è un delirio dei soliti di quel figlio non più giovane. Quella donna ha una verità da raccontare che ripristina la situazione di partenza.
Quel figlio non più giovane che era quasi un fidanzato e talvolta un badante, quella madre non troppo vecchia che era un’ancora di salvezza, una compagnia rassicurante, un compagno con cui condividere le piccole quotidianità. Tutto è partito da lì e promette di ritornare lì, coprendo di un velo di silenzio gli accadimenti di quelle settimane.

NOTE DI REGIA
Un vero e proprio esercizio di stile, così si potrebbe definire questo straordinario monologo, dove l’attore deve necessariamente vestire i panni di tutti i personaggi collocati nella vicenda, passando da ruoli maschili a quelli femminili in un susseguirsi di battute agro-dolci che inquadrano il carattere degli stessi personaggi. Il compito di Stefano Sandroni, perfettamente calato nelle varie parti, è quello di accompagnare lo spettatore nelle vicende di questo ménage familiare dipingendo con tratti ironici, seriosi, teneri e tragici il rapporto tra le “solitudini” che Bennet ha saputo descrivere in modo così perfetto, con uno strampalato equilibrio.
Molta umanità e molta ironia, mescolanza tipica dello humor anglosassone, con la caratterizzazione sapiente di Stefano Sandroni che ha saputo cogliere ogni minima sfaccettatura di questo capolavoro regalatoci dal grande Alan Bennet.


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  • sab 26 feb 2022