Teatro a Verona

Sub Specie Amoris: Mocchiutti e Baglioni al modus

SUB SPECIE AMORIS (sotto forma di amore), con Michela Mocchiutti e Caroline Baglioni, è al modus domenica 15 dicembre. Scopriamolo insieme.


SUB SPECIE AMORIS (sotto forma di amore)

pièce teatrale ispirata al saggio di Laura Mariani Il Tempo delle Attrici

Durata 1,30’ drammaturgia di Caroline Baglioni e Michelangelo Bellani.

Materiale storico, letterario, drammaturgico raccolto ed elaborato in collaborazione con le storiche Laura Mariani e Maria Teresa Sega con il contributo di di Anna BogoBiblioteca di Casa Goldoni.

A cosa serve il teatro oggi? Serve? Può un artista, col proprio impegno, cambiare la società? Stimolare gli uomini alla riflessione, provocando un cambiamento? Quale forza possono avere le parole di una storia? Quanto della nostra vita può essere rappresentato e parlare agli altri?

C’è stato un tempo tra fine ‘800 e inizio ‘900, in cui alcune attrici, prima di tutto Donne, sotto la spinta Risorgimentale, hanno lottato per l’emancipazione femminile, utilizzando come mezzo per trasmettere le proprie idee e le proprie passioni, il teatro, la scrittura e la loro stessa vita.

È forte nelle storie che lega alcune di loro, il sentimento dell’amicizia, dell’appartenenza, della speranza, della lotta contro le convenzioni sociali dell’epoca in virtù della ricerca smodata di un cambiamento radicale che potesse partire proprio dalla creazione di una solida Coscienza propria, in grado di sostenere con forza alcuni ideali fondamentali per la nascita di una Donna Nuova.

Esiste ancora, oggi, questo sentimento di appartenenza? Si lotta ancora per qualcosa quando proponiamo la nostra arte? Il teatro si interroga su come potrebbe influire concretamente nell’affrontare le criticità del nostro tempo?

Queste sono solo alcune delle domande scaturite dalla messa a confronto di quel periodo storico, rispetto al nostro tempo; un tempo, il nostro, in cui le criticità non sembrano superate, piuttosto invece, ancora radicate e radicali, in un panorama teatrale troppo spesso caratterizzato da “mode” e “tendenze”, a scapito di una perdita di senso dello stesso mestiere dell’artista.

Un dialogo attraverso il tempo

Cosa succederebbe se un’attrice di oggi potesse confrontarsi con un’ attrice di quel tempo, come ad esempio Eleonora Duse, Giacinta Pezzana, o con una scrittrice del calibro di Sibilla Aleramo? Quali sa- rebbero le domande che questa attrice potrebbe porre loro? Cosa la storia di queste donne del passato, potrebbe trasmettere ancora oggi? Le battaglie che esse hanno fatto per noi, sono realmente servite a qualcosa?

L’incontro tra una giovane attrice di oggi e alcune grandi personalità dell’epoca, sullo sfondo di una storia tanto rivoluzionaria come “Casa di bambola” di Ibsen che al suo tempo determinò quasi un vero scandalo, poiché metteva in discussione il ruolo della Donna nella società e rendeva possibile lo stravolgimento dei ruoli imposti dalla cultura di fine ‘800, diviene l’occasione di un’immersione nella storia grande e appassionante di un manipolo di intellettuali rivoluzionarie che attraverso la forza delle idee e le scelte di vita anticonformiste, gettano le basi per liberazione dalla schiavitù in cui di fatto l’universo femminile era relegato.

Un dialogo sull’oggi

Allo stesso tempo questo è lo spunto di un confronto attualissimo per riflettere su dove siamo oggi, su quale sarà il posto che occuperemo nella storia tra qualche secolo. Come si parlerà della nostra generazione? Avremo la forza di essere ricordati per qualcosa, o passeremo davvero per il secolo delle incertezze, dell’indeterminazione, della confusione?

Tra tentativi di attualizzare e rivedere l’impostazione attoriale del tempo, sviscerare quel sentimento di spaesamento che ci contraddistingue, confrontare il periodo storico di oggi con quello delle grandi lotte del passato, forse l’unico modo per determinarsi onestamente rimane l’Agire, agire secondo una coscienza che ci è stata svelata, donata generosamente; agire irrefrenabilmente, senza tregua, tenendo presente che saremo sempre il risultato della storia, che non esiste futuro senza passato, che tutto ciò che faremo oggi determinerà irrimediabilmente la storia futura, e allora questa consapevolezza, una volta rivenuta alla luce, non potrà far altro che essere tenuta presente e rilanciata “sotto forma di amore”.

Caroline Baglioni, Michelangelo Bellani

Alcune tra le più grandi attrici a cavallo tra l‘800 e il ‘900, come Giacinta Pezzana, Eleonora Duse, Emma Gramatica e le letterate Sibilla Aleramo e Amelia Rosselli, amiche tra loro, si sostennero nelle varie traversie e si incoraggiarono in tante imprese teatrali affermando il valore delle relazioni fra donne, dove i sentimenti furono potenziati e valorizzati e i diversi interessi personali, divergenze, incomprensioni, gelosie, anziché dividerle, stimolarono in loro le curiosità intellettuali diventando un arricchimento culturale.

E, senza saperlo, divennero dei simboli di emancipazione, per le donne della loro epoca, instaurando un legame profondo e intimo con loro; nel teatro esse lavoravano, guadagnavano, si affermavano, godendo di una certa libertà e relativizzando il ruolo domestico e materno. Le attrici erano figure pubbliche, senza casa, vagabondavano da un paese all’altro e sulla scena potevano vivere tantissime esperienze, conquistando conoscenza delle passioni umane e il potere di colpire nell’intimo. Sorelle del vagabondaggio furono però la povertà e la solitudine. Pagarono infatti dei costi altissimi in termini di fatica e di reputazione sospetta.

Le attrici

Michela Mocchiutti

Si è formata a Udine alla Civica Accademia d’Arte Drammatica Nico Pepe, al Théâtre du mouvement di Parigi con Claire Heggen, al Corso di perfezionamento per attori presso il Teatro Stabile del Veneto e vive a Venezia.

Inizia la sua carriera professionale nel 1993 recitando in svariati ruoli in spettacoli di Shakespeare, Cechov, Pasolini, Goldoni, Moliere, Gozzi, Boris Vian, George Tabori, G.B. Basile, Dino Buzzati ed altri ancora, diretti da Ninni Bruschetta, Giuseppe Emiliani, Massimo Luconi, Franco Però, Egisto Marcucci, Luciano Pasini, Paolo Valerio, Mauro Avogadro, Alberto Jona, Mirko Artuso, con la Compagnia I Fratellini, i Teatri Stabili di Venezia, Messina, Verona, Trieste e il TPE di Torino.

Ha lavorato in film, spot e programmi televisivi. Dal 2004 insegna all’Accademia Internazionale dell’Arte di Arezzo. Ha inoltre insegnato tecniche teatrali al Festival della Scienza di Genova, per la Regione Sardegna, per il Teatro Stabile di Verona, per il Teatro Metastasio di Prato ed il Teatro Ponchielli di Cremona.

È attualmente docente presso l’Accademia Teatrale Veneta, all’Accademia Da Ponte di Vittorio Veneto e a La Biennale Educational di Venezia.

Caroline Baglioni

caroline baglioni - modusverona

Attrice, drammaturga. Nel 2007 attrice nella produzione del Teatro Stabile dell’Umbria Purificati di Sarah Kane per la regia di Antonio Latella.

Realizza nel 2010 una regia collettiva, Febbre, da Sarah Kane. Entra nel 2012 a far parte del gruppo di ricerca teatrale La Società dello Spettacolo di C.L. Grugher, con i quali realizza diverse produzioni, collabora inoltre con il Tieffeu di Mario Mirabassi.

Nel 2012 viene selezionata allo stage di drammaturgia tenuto da A.Latella e F.Bellini al Teatro Valle occupato producendo un testo, “Mephisto” di Klauss Mann, pubblicato su Dramma.it.

Attrice con Sandro Mabellini in Cappuccetto rosso di Jöel Pommerat, con la Compagnia dei giova-ni del Teatro Stabile dell’Umbria in A scatola chiusa di George Feydeau per la regia di Danilo Nigrelli, L’importanza di essere Earnest per la regia di Antonio Latella, Todi is a small town in the center of Italy di Liv Ferracchiati, Commedia con schianto di Liv Ferracchiati.

Con il monologo Gianni vince il premio Scenario per Ustica nel 2015, il Premio In-Box nel 2016 e il Premio Museo Cervi nel 2017. Nasce così l’idea di una trilogia sui legami familiari che portano alla realizzazione di “Mio padre non è ancora nato” e “Sempre verde” scritti a quattro mani con Michelangelo Bellani.

Nel 2019 vince il “Bando Autori under40” alla Biennale Teatro di Venezia.


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